SIAMO FATTI PER DIGERIRE COSA?

Ammetto che pur avendo fatto per molti anni ricerca scientifica, quando ho una domanda o resta qualcosa che non mi ha convinto del tutto, la prima cosa che faccio non è cercare uno studio scientifico che mi dia la risposta, ma osservare. Se posso osservo direttamente, altrimenti cerco informazioni da chi ha potuto osservare oppure chiedo a delle menti libere non ancora influenzate che cosa ne pensano: i bambini/ragazzi. Infine cerco lo studio che mi interessa.

Così la settimana scorsa ho portato a scuola un libro uscito da poco, veramente ispirante per tutti: “Digestario- gli apparati digerenti più affascinanti del regno animale”. Da tempi remoti si sente definire qual è il cibo migliore per l’uomo sulla base di proporzioni e lunghezze dell’apparato digerente. Il bello è che un igienista o un carnivoro si soffermano su aspetti diversi ed arrivano a conclusioni diametralmente opposte.

Grazie a questo libro, anche divertente, mi sono resa conto di quanta specializzazione ci sia nel regno animale, altro che la solita distinzione semplificata:

- monogastrico (unico stomaco come noi), adatto per animali che consumano alimenti ricchi di energia e facili da digerire

- aviario (quello degli uccelli con gozzo che funge da dispensa per immagazzinare ciò che verrà digerito dopo e con lo stomaco diviso in due: il primo per sminuzzare il cibo con l’aiuto di sassi e sabbia dato che non hanno i denti, il secondo per secernere i succhi gastrici)

- ruminante (stomaco diviso in 4 camere), adatto per animali che consumano steli, foglie, povere di sostanze nutritive e difficili da digerire. Una delle camere, il rumine, scompone la cellulosa. Rigurgitano il cibo e lo rimasticano.

- pseusoruminante (stomaco diviso in 3 camere),

Senza considerare gli invertebrati con i loro apparati digerenti incompleti, dove bocca ed ano coincidono, o completi.

Guardando le immagini arrivano a raffica le osservazioni dei bambini, ma anche delle risposte molto interessanti:

- “Se il coniglio🐰 è monogastrico come noi perché è erbivoro e noi no?” un altro risponde “i conigli fanno una cosa schifosissima: mangiano la loro cacca”. Lo fanno per fare una seconda digestione ed estrarre gli alimenti e le sostanze che non avevano assorbito. Coro: “blaaahhh”

- “Anche il panda 🐼 ha uno stomaco solo ma è erbivoro!” quindi non potendo estrarre molte sostanze nutritive è costretto a mangiare come un dannato, chili e chili di bambù!

- L’ippopotamo🦛 è uno pseudoruminante che non rumina. “Come fa allora ad estrarre i nutrienti che gli servono?”. Semplicemente non lo fa e quindi ha scelto una vita più rilassata con una bassa richiesta di energia. Stessa strategia adottata dai fachiri indiani in iponutrizione che nulla hanno a che vedere con una persona media che tenta l’iponutrizione vegana.

- “Perché il cervo rosso🦌 che è un ruminante nella figura del libro non ha la seconda parte dell’intestino (crasso) lunga come la giraffa?” perché bruca (foglie, punte di rami), ma pascola (erba bassa) a seconda del periodo dell’anno quindi ha un intestino che è una via di mezzo tra chi bruca (intestino crasso più lungo per digerire le parti più fibrose) o chi pascola (intestino tenue più lungo).

In sintesi per poter digerire cose particolarmente difficili la natura fa adottare necessariamente delle strategie fisiche o comportamentali.

Ed io che strategie adotto per digerire cellulosa ed altre fibre, polisaccaridi, complessi proteici come il glutine?

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